top of page

Rental in Rome        

 

Avere in tasca le chiavi di una casa in cui tornare, dopo le mie esplorazioni urbane preferite, a New York, L’Havana, Singapore, Barcellona o Milano è una delle attenzioni sensoriali che se posso, non mi faccio mancare. Toccarle quelle chiavi, imparare a distinguerle tra quali aprono il portone su strada, e quali l’appartamento su al piano, mi dà sicurezza, indipendenza, autonomia. Mi piacciono quei gesti: aprire, poggiarle lì sul tavolo, riprenderle per uscire di nuovo, sanno di casa, di appartenenza. In un attimo sei dentro in quella città, fai parte del quartiere. Hai il privilegio di vederne la quiete notturna alla finestra, al mattino presto sentirne i rumori veri, non filtrati da pannelli insonorizzanti di una camera d’hotel. Abitare in una casa anche se solo per pochi giorni mi fa sentire infiltrata speciale in abitudini e ritmi urbani difficili da cogliere con la stessa immediatezza in un soggiorno in hotel. C’è una fruizione privata ineguagliabile di quel che ti accade intorno.

In occasione del TBDI sono stata ospitata da Rental in Rome in un appartamento in via Frattina. Conosco da sempre quella strada, ma solo ora ne ricordo bene lo spazio, le proporzioni, la pavimentazione che riluce sotto i lampioni alle due di notte; la signora di fronte che dà la colazione al gatto; il passo dei solitari al mattino che osservano intorno curiosi, guardano in alto a carpire scorci che solo Roma può dare. E me alla finestra. Come averci abitato da sempre a via Frattina.

 

 

bottom of page